Viterbo e la Tuscia
Il termine Tuscia (dal latino "tuscus", etrusco), che anticamente definiva tutta la regione etrusca, si identifica oramai con il territorio della provincia di Viterbo (Tuscia Viterbese) e con l’estremità più a nord di quella romana (Tuscia Romana). Queste terre, da secoli oggetto di un turismo culturale ed archeologico offrono al visitatore scorci indimenticabili, tra borghi medievali che sfidano le leggi di natura, laghi cristallini e bellissime località marine.
Nel nord della Tuscia si estende il versante laziale della splendida Maremma: terra aspra, dominata da forti contrasti e da colori particolarmente affascinanti, che attrae ogni anno migliaia di visitatori anche per le sue straordinarie tradizioni popolari. Tradizioni legate espressamente al suo simbolo vivente, il Buttero, il pastore a cavallo, figura tipica di questi luoghi e alter ego dell’americano cowboy, che occupa un ruolo di primo piano nella storia e nelle memorie della comunità locale. Tutto il territorio della Tuscia è caratterizzato dalla forte presenza di vestigia etrusche. Siti e testimonianze archeologiche di notevole importanza si trovano a Blera, Barbarano Romano, Canino, Montalto di Castro, Tuscania, Vetralla, Viterbo e Tarquinia, la “città madre”, la principale tra le dodici città-stato etrusche. Viterbo e la Tuscia, inoltre, vantano anche un notevole patrimonio storico-artistico medievale. Ne sono esempio il celebre quartiere San Pellegrino di Viterbo, con i suoi vicoli angusti, le sue torri, i suoi archi e le sue piazzette, ma anche il piccolo borgo di Vitorchiano e la famosissima Civita di Bagnoregio. Luoghi che hanno preservato, come numerosi piccoli centri dell’area, l’impianto medievale originario.
La Tuscia, che nell’immaginario collettivo ancora evoca il passato papale e la tradizione storico-artistica delle grandi casate romane, che vi hanno impiantato palazzi e possedimenti, è anche la patria di una magnifica enogastronomia di frontiera, con notevoli punti di contatto con le vicine Umbria e Toscana. Fiori all’occhiello di questa grande tradizione agricola sono: i vini, che annoverano molte celebri etichette; gli oli, confluiti nelle due denominazioni di origine Tuscia DOP e Canino DOP; le nocciole, prodotto di punta dell’area dei Cimini; i legumi, tra i quali spiccano il Fagiolo del Purgatorio di Gradoli, la Lenticchia di Onano e il Cece del Solco Dritto; ma anche il pesce d’acqua dolce, con il celebre Coregone del Lago di Bolsena e le pregiatissime carni locali. L’importante economia agricola, ampia e variegata, si riflette completamente nell’offerta agrituristica, che oggi è tra le più organizzate dell’intero territorio nazionale, per quantità e per qualità delle strutture ricettive.